In un’epoca di profondi cambiamenti economici, sociali ed ambientali, le imprese sono chiamate a ripensare il proprio ruolo non solo in termini di produttività, ma anche di impatto sociale.
Oggi la sostenibilità non riguarda più solo la sfera ambientale o la governance: si fa sempre più strada una visione integrata, che considera il benessere organizzativo un elemento imprescindibile.
In questo contesto, la cultura aziendale diventa un elemento fondamentale per favorire una sostenibilità sociale concreta e duratura, creando un ambiente che promuove la retention talenti e riduce il turnover.
Il benessere organizzativo riguarda la creazione di un ambiente di lavoro che promuova la salute fisica e mentale dei dipendenti, favorendo relazioni positive e il supporto alle esigenze individuali. Un contesto lavorativo che investe nel benessere ottimizza la produttività e la soddisfazione del personale.
La retention dei talenti è la capacità di un’azienda di trattenere i propri dipendenti migliori, riducendo il turnover. Promuovere la retention significa creare un ambiente di lavoro motivante, con opportunità di crescita e riconoscimento che rafforzano il legame tra il dipendente e l’azienda.
In un mercato del lavoro sempre più competitivo, in cui attrarre, motivare e trattenere i talenti è sempre più complesso seppur necessario, la cultura aziendale diventa una leva distintiva e strategica.
Come sottolinea Gianfranco Marocchi in un approfondimento pubblicato su Percorsi di Secondo Welfare, le imprese che adottano un approccio umanocentrico – orientato a fiducia, ascolto attivo e valorizzazione delle persone – non solo generano benessere interno, ma producono anche un impatto positivo sulla comunità esterna e sulla reputazione aziendale.
Questa prospettiva è pienamente condivisa anche dall’ASviS (Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile), che in un recente approfondimento afferma: “Promuovere una cultura organizzativa che favorisca dignità, crescita, dialogo e inclusione, è oggi una delle chiavi per attuare concretamente l’Obiettivo 8 dell’Agenda 2030, dedicato a lavoro dignitoso e crescita economica”.
L’impatto della cultura organizzativa, però, non si esaurisce con l’Obiettivo 8. La sostenibilità sociale nelle imprese si intreccia con diversi Sustainable Development Goals (SDGs) dell’Agenda ONU 2030; in particolare:
Integrare questi obiettivi nella cultura aziendale non solo promuove la sostenibilità sociale, ma diventa anche un importante fattore di valore per l’impresa, contribuendo a rafforzare la sua competitività economica e sociale, oltre a migliorare la reputazione aziendale.
Ogni azienda ha una cultura, anche quando non è esplicitamente dichiarata.
La cultura organizzativa rappresenta il sistema di valori, norme, comportamenti e pratiche condivise – scritte e non scritte – che guidano il modo in cui le persone lavorano e collaborano. Una cultura sana si riconosce da alcuni segnali chiave:
Ma attenzione: la cultura non può essere scritta a tavolino. Non si costruisce con il codice etico o con i valori stampati in sala riunioni. Si trasmette per osmosi, ogni giorno, attraverso il comportamento concreto di chi guida l’organizzazione. Ogni parola, ogni e-mail, ogni scelta è un atto culturale che rafforza o indebolisce la coerenza e la motivazione percepita all’interno dell’azienda.
La nuova generazione che si affaccia nel mondo del lavoro – la Gen Z – porta con sé aspettative chiare e nuove priorità: non si accontenta più di uno stipendio competitivo ma cerca senso, ambienti relazionalmente sani e coerenza tra ciò che viene dichiarato e quello che viene praticato.
Per questi giovani professionisti, il clima aziendale, la qualità delle relazioni, la possibilità di sentirsi riconosciuti e il rispetto della persona, sono aspetti centrali, che determinano la scelta di restare o andarsene da un’organizzazione.
Osiamo dire che, a volte, questi fattori valgono più della carriera verticale o dei benefit economici. In altre parole, la cultura aziendale non è più solo un “nice to have”, ma un fattore critico di successo. È, oggi, un potente strumento di retention dei talenti, motivazione e ingaggio.
Secondo una ricerca condotta da Deloitte nel 2024, oltre il 60% dei lavoratori under 30 ha lasciato – o sta pensando di lasciare – la propria azienda non per motivi economici, ma a causa di un ambiente percepito come incoerente o poco inclusivo.
Raggiungere la sostenibilità sociale all’interno di un’azienda richiede un impegno continuo e coerente. Non si tratta solo di adottare politiche, ma di costruire una cultura organizzativa che promuova il benessere, la giustizia e l’inclusività.
Questo è un percorso che va oltre gli obiettivi a breve termine e si basa su scelte quotidiane, radicate in valori autentici e condivisi da tutti i membri dell’organizzazione. In questo contesto, la cultura aziendale gioca un ruolo fondamentale, poiché è la base che guida le azioni e le decisioni necessarie per raggiungere una vera sostenibilità sociale.
La cultura aziendale è il cuore della sostenibilità sociale. Essa si costruisce ogni giorno, attraverso comportamenti concreti e scelte che riflettono i valori aziendali. Un ambiente di lavoro sano, dove il dialogo è incoraggiato e il benessere organizzativo è considerato parte integrante della strategia aziendale, è essenziale per creare una cultura positiva e inclusiva.
La cultura non si costruisce con dichiarazioni formali o principi scritti, ma attraverso le azioni quotidiane. Le decisioni aziendali devono rispecchiare i valori dichiarati. Le scelte strategiche, il modo in cui si coinvolgono le persone, la formazione dei leader e la costruzione delle regole interne sono tutti atti culturali che influenzano direttamente la sostenibilità sociale.
Una cultura aziendale solida è come un’infrastruttura invisibile che sostiene la sostenibilità sociale. Come dimostrano le PMI virtuose, una cultura forte e coerente è in grado di generare valore economico e sociale, sia per l’impresa che per le persone. In un mondo dove le competenze si possono acquisire, ma i contesti sani si costruiscono con fatica, investire nella cultura aziendale è forse il più importante degli atti di leadership.
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